lunedì 22 dicembre 2014

Χριστούγεννα #7 [Grecia]

Cosequellarobba?! Vi sarete chiesti. Ebbene, si entra nei paesi con un alfabeto diverso dal nostro, nel caso specifico di oggi, in Grecia! 

Il Natale in Grecia presenta similitudini con la Romania, in quanto entrambi sono di religione ortodossa. Un po' come si somigliano le tradizioni natalizie dei paesi cattolici.
Innanzitutto, non si addobbano gli abeti ma le barche: in Grecia, il mare è sempre presente. 

I famosi triangolini
Il 24 dicembre i bambini trovano una sacca e un bastone, e via a lavorare! No, scherzo, li usano nel loro giro di casa in casa armati di triangolini e tamburi, cantando le καλάντων (kálanto̱n), ovvero le carole che parlano della nascita di Gesù, o raccontando poesie di Natale. Le famiglie danno in cambio frutta secca, biscottini ma soprattutto i tipici κουραμπιέδες (kourampiédes), dolcetti di pasta frolla a base di mandorle e insaporiti con brandy, vaniglia o mastika, un liquore all'estratto di mastice.

Χριστόψωμο
Il 25 dicembre, dopo la messa, si procede col pranzo di Natale. Il piatto più tradizionale è la γαλοπούλα (galopoúla), ovvero il tacchino farcito con castagne e frutta secca, ma anche il porcellino arrosto non si butta via. Roba nuova, insomma. Il dolce tipico delle feste natalizie è il Χριστόψωμο (Christópso̱mo - pane di Cristo), un pane speziato e farcito di uvetta, noci e pinoli, e si dice che assicuri il benessere per un anno intero a chi lo consuma. Tra i dolci natalizi aggiungo i μελομακάρονα (melomakárona) e i κουράβιεδες (kouráviedes), due varietà di biscotti. 
In questo giorno non si aspettano i regali, perché qui Babbo Natale e la nascita di Cristo non sono collegati.

καλικάντζαροι
Ma, come ogni paese che si rispetti, anche la Grecia ha la sua parte inquietante delle feste. I καλικάντζαροι (kalikántzaroi) sono deliziose creaturine, o enormi bestiacce, dalla folta pelliccia, descritti coi più svariati e disgustosi particolari, a piacimento, come zampe di cavallo, zanne e artigli. Queste dolci bestiole abitano negli Inferi per tutto l'anno, occupati a divorare l'albero che regge il centro della Terra, fino al giorno di Natale, giorno in cui l'albero si rigenera e la loro fatica diventa vana. Giustamente arrabbiati per aver sprecato un anno e aver pagato miliardi di dentista per niente, si riversano sulla Terra per vendicarsi degli umani con gli scherzi più crudeli: rompere mobili, far inacidire il latte, fare pipì sul fuoco... I cari kalikántzaroi restano sulla Terra fino al 6 gennaio, giorno in cui vengono purificate le acque e le bestiacce scacciate. Aggiungo la parte della superstizione, per farvi un po' inorridire. Si pensa/pensava (spero pensava) che i bambini nati il giorno di Natale potessero trasformarsi in kalikántzaroi, come punizione per essere nati nello stesso giorno di Gesù. Nel Seicento, quindi, per ovviare al problema, si avvicinava una fiamma alla pianta dei piedi dei bambini finché questi non piangevano, per bruciare gli eventuali artigli sottopelle. Oppure, nella regione dell'Argolide, i bambini venivano infilati in un forno e veniva bruciato un fascio di legna davanti a loro, gli si chiedeva "Pane o carne?" e venivano tenuti così finché non rispondevano pane. Che. Angoscia.

βασιλόπιτα
Nonostante i maledetti kalikántzaroi cerchino in tutti i modi di rovinare le feste natalizie, il 1° gennaio i bambini ricevono i regali, portati da Άγιος Βασίλειος (Ágios Vasíleios - San Basilio). Il pranzo prevede il dolce tipico di questa festa: la βασιλόπιτα (vasilópita - torta di San Basilio), una torta all'interno della quale, non indovinerete mai, viene inserita una moneta o un ciondolo che porterà fortuna per un anno a chi la trova. Non ve lo aspettavate, eh?

Il giovane vincitore sopravvissuto
Arriva, finalmente, il 6 gennaio. Finalmente, perché così quei cavolo di kalikántzaroi alzano i tacchi, dopo dodici giorni di tormento. In questa giornata si festeggia il battesimo di Gesù, con una festa ortodossa chiamata τα φωτα (ta fo̱ta - luci). Durante la messa, il prete purifica e benedice le acque, sia dei fiumi che del mare, e viene buttato un crocifisso in acqua, che verrà recuperato dai baldi giovani più temerari che sfidano l'acqua gelida. Chi riesce nell'impresa senza morire assiderato viene benedetto. E siccome i kalikántzaroi hanno paura dei crocifissi, dopo questa cerimonia se ne tornano a casa, pronti a rimettersi a rosicchiare legna. Perché non imparano mai.

E i protagonisti della ricetta di quest'oggi non possono essere che i melomakárona, che tanto per cambiare sono biscotti. Eh, che volete che vi dica, mi piacciono :D

μελομακάρονα
Ingredienti:
Per l’impasto:
- 2 tazze da tè di farina 00
- ½ cucchiaino di bicarbonato di sodio
- il succo e la scorza grattugiata di un’arancia non trattata
- 1 tazzina da caffè di olio di semi
- un pizzico di sale
- 1 cucchiaio di zucchero semolato
- 1 cucchiaio di ouzo

Per il ripieno:

- 1 manciata abbondante di noci pestate nel mortaio
- 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
- la punta di un cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
- ½ cucchiaino di miele

Per lo sciroppo:

- 2 tazze da tè di zucchero
- 1 e mezza tazza da tè di acqua
- il succo di mezzo limone

Preparazione: 
Versate l’olio e lo zucchero in un recipiente. Amalgamate bene e unite il succo di arancia dentro il quale avrete sciolto il bicarbonato. Versatelo nel recipiente mentre fa schiuma. Mescolate ed aggiungete la farina con il pizzico di sale e la scorza dell’arancia. Mescolate bene e ricavate un impasto che cercherete di lavorare poco, altrimenti perde morbidezza. In un altro recipiente mescolate gli ingredienti per il ripieno. Prendete un pezzo dell’impasto, più o meno della misura di una grossa noce e anche di più, ricavatene una pallina, appiattitela con le mani, e mettete al centro mezzo ½ cucchiaino del ripieno. Chiudete e dategli la forma che più vi aggrada. Allungata o a triangolo. Sistematele con la chiusura verso il basso in una teglia foderata con carta da forno e cuocete a 180 gradi per circa mezz’ora, o fino a quando non assumono un colore dorato. Mentre cuociono, preparate lo sciroppo mettendo gli ingredienti in un pentolino e fate bollire per 5 minuti. Sforniamo i nostri biscotti e li lasciamo raffreddare. In ognuno facciamo dei buchi con uno stuzzicadente per permettere allo sciroppo di penetrare, e un po' per volta li tufferete nello sciroppo caldo, li lasciate un minuto, li girate e li lasciate ancora per un minuto. Alzateli con l’aiuto di una schiumarola e sistemateli in un piatto. Fate restringere lo sciroppo e versatene un cucchiaino su ogni melomakárono. Cospargete con le noci del ripieno avanzato. Note: si usa decorare i melomakárona passandoli sui fori della grattugia, oppure con una forchetta come per gli gnocchi. In questo caso il melomakárono sta sul piano di lavoro e la forchetta ci passa sopra solcandolo.

Ed ecco qui. Purtroppo oggi non riesco a farne un altro, mi dispiace tanto. Cercherò di farlo domani, o al massimo invece del 24 finirò il 25, ma vi ho detto che sarebbero stati dieci e dieci saranno. A domani, e vi ringrazio se state seguendo questa follia dell'Avvento :D


Fonte ricetta: Melomakárona.

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